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L'Agopuntura
L'AGOPUNTURA
Farsi bucherellare il corpo per stare meglio? Perché no! È
l’agopuntura, antichissima forma di terapia orientale e che
oggi viene sempre più riscoperta e utilizzata anche in
occidente, ad assicurare questo risultato. È controindicata solo
per chi, delle iniezioni, ha una paura fobica. Ma è dolorosa? A
chi fa bene e in che casi? Quanto dura un trattamento? Ecco in
pochi semplici punti tutte le risposte alle domande fondamentali
che i più si possono porre su questa tecnica. |
Quali sono i principi dell’agopuntura?
L’agopuntura si può considerare una riflesso-terapia. Uno
stimolo applicato in un punto evoca una risposta, anche non
immediata ma che si produce ad alcune ore di distanza dall’infissione
di un ago in quel punto stesso ed in altre zone a distanza, e
questa risposta può andare a curare varie patologie».
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Cosa si cura con
l’agopuntura?
È efficace nella sfera del funzionale, delle malattie
funzionali, ossia di quelle patologie dove non c’è un danno
d’organo ma è la funzione o le funzioni svolte da quell’organo o
da quel sistema di organi ad essere alterata. Per fare un
esempio la gastrite, i disturbi digestivi vari, i diversi tipi
di dolore, in primis la cefalea, le malattie allergiche in
genere, le varie forme di ansia e di disturbi del sonno. Con
l’agopuntura il paziente può avere un effetto terapeutico
mirabile, coincidente con un ripristino della funzione alterata.
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L’agopuntura è dolorosa?
Molto meno dolorosa di una banale iniezione. Si sente qualcosa
di più che per una puntura di zanzara, tigre magari. In
persone che presentano un abbassamento della soglia del dolore,
ossia persone che percepiscono il dolore il maniera molto più
forte di quello che è realmente, può dare un po’ di fastidio. Ma
il dolore è un dolore appena percettibile e che si prova solo
nel momento dell’infissione dell’ago e non per tutta la durata
del trattamento.
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Agopuntura: effetto placebo
o riscontri scientifici?
Al giorno d’oggi riusciamo a spiegare gli effetti
dell’agopuntura, alla luce della moderna neuro-fisiologia,
neuro-anatomia, neuro-farmacologia e via dicendo, come una vera
e propria terapia che agisce su strutture molto complesse del
sistema nervoso centrale e periferico. L’agopuntura è a mio
avviso, fra le terapie del dolore, una di quelle che da la
migliore riuscita, in termini di “restitutio ad integrum” e di
miglioramento della sintomatologia clinica per il paziente, ed è
praticamente priva di effetti collaterali».
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Ci sono differenze tra
agopuntura e mesoterapia?
«Sono due tecniche completamente
diverse. In agopuntura non si inietta nulla e l’efficacia
terapeutica è data dalla sede in cui è infisso l’ago, dalla
profondità di penetrazione dell’ago, dal numero di punti in cui
vengono infissi gli aghi e dall’associazione dei diversi punti
tra loro. In genere si utilizzano da 10 a 20 aghi in una terapia
“all’occidentale” mentre i cinesi arrivano ad utlizzare anche
centinaia di aghi contemporaneamente. La mesoterapia è
semplicemente una tecnica in cui si inietta qualcosa nel
mesoderma, ovvero subito sotto la cute, con degli aghi
sottilissimi lunghi appena 4 millimetri e l’effetto terapeutico
dipende dal farmaco che si va a iniettare.
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L'agopuntura evolve come la
medicina tradizionale?
«Si c’è una evoluzione che potrebbe anche essere più rapida se
gli agopuntori che non lavorano più in ambito ospedaliero si
dessero più da fare. Un esempio di acquisizione recente, ma
ancora poco praticata e che però da grandi prospettive, è la
possibilità di trattare con aghi nel cuoio capelluto i casi di
post ictus».
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Per concludere:
l’agopuntura è per tutti?
«Sconsiglierei l’agopuntura solo a chi ha una paura fobica degli
aghi e delle iniezioni. Non dico chi ha quel po’ di timore che
in fondo hanno tutti. Mi riferisco a chi prova vero e proprio
terrore. In quei casi l’agopuntura è del tutto inutile: è stato
dimostrato che il panico percorre quelle stesse vie del corpo
che vengono sfruttate dall’agopuntura. Che da quello viene
bloccata».
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